Condividere vuole dire accettare se stesso libero da ogni limite di
proprietà. Ogni cosa che si ha non la si possiede ma la si
condivide.
I bambini a scuola
condividono i loro giochi. Ma se li scambiassero, sarebbero i
genitori ad essere contrari ed andrebbero a fortificare i concetti di
proprietà personale dei figli. Per i bambini gli oggetti sono cose
da condividere per giocare, per i genitori sono proprietà da non
scambiare ma da tutelare come la propria casa, il cibo.. ecc..
La libertà,
così, si annulla in favore del proprio egoismo
non condivisionale.
Ed il nostro essere piano piano si riempie mentre la nostra libertà si
svuota di significato, ingrassando il nostro vivere nei compromessi e
nelle regole. Infatti, laddove c’è un diritto c’è un dovere..
Ho il diritto di
avere una casa ma ho il dovere di pagare le tasse sulla mia
proprietà. Perché?? Se è mia..? allora è tanto meglio non avere il
diritto sulla mia casa perché in questo modo non avrò il dovere di pagare qualcun altro
per abitarla.
Il mondo mi da ciò di cui ho bisogno.
Io non ho nulla e
quindi non ho doveri. Ho solo desideri che realizzo tutti i giorni e
che nessuno può impedirmi di raggiungere.
Spesso gli opposti
si attraggono, il niente con il tutto, il bianco con il nero e la
mancanza con la presenza. La mancanza di un dovere mi da la presenza
di un diritto. In questo caso, il diritto di non dover nulla. Ma questo nulla, a sua
volta, lascerà lo spazio al tutto della mia esistenza.
Noi siamo ciò che
scegliamo di essere, non ciò che gli altri vogliono che noi siamo.
Un giorno parlai con un mental coach che mi disse che, se qualcuno
cerca scuse mentali (come le tasse sono troppo alte.. Dove vanno a
finire i nostri soldi..) per non pagare le tasse, ha la mentalità
dell’evasore. Rimasi in silenzio e ricordo che pensai: che fortuna
che ho..questa persona non la sto pagando per questi stracci di
consigli.
In verità, il
buon contribuente è uno schiavo del sistema che, non si chiede mai
il motivo del suo contributo ma, solamente, contribuisce senza
lamentarsi. Infatti, anche lo schiavo non si ribella, perché ha
paura delle frustate.
Se il contribuente si domandasse dove finiscono i SUOI soldi e conseguentemente si rispondesse da solo, sicuramente diventerebbe un evasore. Semplicemente perché, al momento i suoi soldi finiscono nelle tasche di persone che dovrebbero lavorare per la comunità ma che, pensano solamente a rimpinguare sempre di più le proprie bisacce.
Oggi, le nostre tasse, che dovrebbero essere intese come una sorta di "spese di gestione" della nostra comunità, sono più simili a dazi che vanno sostenuti per permettere alle cerchie ristrette di nostri dittatori di sostenere le loro vite d'orate.
Condividere
vuole dire manifestare la propria libertà ed allo steso modo manifestare il proprio rifiuto a queste scelleratezze.
Condivido ciò che
ho per non essere dipendente da nulla e da nessuno, sono libero ed in
quanto tale posso scegliere il mio destino e la mia vita senza
vincoli di sorta.
Condividere vuole
dire usare insieme, scambiare, partecipare e sviluppare
situazioni, sentimenti. Condividere vuole dire, anche, affrontare le
difficoltà della vita attraverso il sostentamento degli altri.
Questo termine, ha
un significato molto ampio, infatti condividere sé sta proprio a
significare come un individuo debba ricercare di vivere la propria
vita attraverso la vita degli altri, lasciando che gli individui
esterni a sé possano vivere l’esperienza della propria libertà
attraverso la condivisione di noi e la ricerca della fratellanza.
La comunanza o
comunità è proprio questo, vivere una vita in comune con altri,
facendo proprie le esperienze altrui ed altrui le proprie.
Attraverso questo
incontro si genera la condivisione di sé e si manifesta la propria
libertà di vivere il proprio essere.
Nessuno deve
vivere, incastrato e soggiogato in uno schema piramidale al di sopra di noi, utile solo per
controllarci, comandarci o schiavizzarci. Noi siamo milioni di schemi
monolivello, dove ognuno vive assieme ed accanto all’altro, dove la
condivisione e coniugazione dei desideri o delle necessità trova il
suo epilogo nel risultato a volte personale, a volte comune.
Dobbiamo vivere
attraverso il nostro desiderio libero di realizzazione, abbandonando
per sempre schemi di gerarchizzazione e controllo, laddove, sempre, la
nostra sovranità popolare viene contaminata e corrotta.
Al contrario, siamo noi che dobbiamo costruire e tutelare la nostra sovranità popolare, per condividerla attraverso la nostra libertà personale con ognuno di noi.
Dobbiamo essere come un virus che si propaga e contamina cellule vicine, trasferendo il proprio animus a quella successiva. Nello stesso modo dobbiamo trasferire questo nostro diritto alla partecipazione alla res publica, attraverso la libera condivisione di noi nella comunità.
Per questi motivi ogni singola persona dipende da qualsiasi altra
nella costruzione di sé all’interno del mondo. Ogni persona deve
raggiungere personalmente il proprio compos
sui
ovvero la propria piena padronanza di sè. La capacità di gestire ed
armonizzare se stesso nella realtà del nostro tempo, per trasferire poi questa conoscenza agli individui attorno a sé.
Senza mai far
dipendere le proprie azioni da soggetti imposti che pretendono, con
l’arroganza del potere di controllare le vite degli uomini.
Gli schiavi vivono
così, alle dipendenze di un padrone che punisce i loro errori e non
cura le loro capacità o volontà di non più ricommetterli.
La padronanza di
sé o compos sui è più di uno stile di vita è la capacità di creare la propria
vita in un’armonia di significati attorno a noi che, ci mutano, rafforzano, assecondano ma sempre ci permettono di creare noi all'interno di uno schema comune.
Non farti governare.. Credi in te stesso.
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